• Ogni tipo di pianta andrebbe concimato con un prodotto specifico. Il concime universale, infatti, ha un effetto che sulle specie ad alto consumo energetico, costantemente in fiore, può risultare sottodimensionato.
• Alle piante coltivate in vaso è più facile fornire i concimi liquidi, da mescolare all’irrigazione nei dosaggi indicati in etichetta, rispetto ai prodotti granulari, che vanno riservati alle grandi fioriere o alle vasche, dove si riesce agevolmente a grattare il terriccio per ricoprirli. Vanno somministrati preferibilmente in primavera e in autunno, se si tratta di prodotti a lenta cessione. Questi ultimi, commercializzati in genere sotto forma di pastiglie o coni, sono molto pratici: si interrano lungo il bordo del vaso e nutrono la pianta per un periodo variabile fra 1 e 3 mesi.
• I concimi liquidi sono dotati di pronto effetto, cioè vengono immediatamente assorbiti dalle radici, ma altrettanto velocemente si esauriscono nel terriccio: vanno quindi somministrati a cadenza regolare, in genere ogni 7-15 giorni per ottenere risultati continuativi. Prima di concimare, è preferibile inumidire leggermente il terriccio con sola acqua e, dopo 30 minuti circa, fornire il concime diluito in acqua.
• La somministrazione del concime deve avvenire fra marzo e settembre, con una sospensione nel periodo più caldo perché le piante possono soffrire se vengono stimolate a crescere mentre la temperatura ambientale impone loro una fase di riposo. In vista della partenza per le ferie, concimate regolarmente le piante se sarà attivo l’impianto di irrigazione automatica o se siete sicuri che qualcuno le annaffierà; in caso contrario sospendete la concimazione 15 giorni prima della partenza. Riprenderete a concimare appena ritornati, per godere della fioritura di fine stagione.
• Se utilizzate i granuli di prodotto a rilascio graduale, spargeteli sulla superficie del terriccio e smuovete la terra in modo da ricoprirli, poi bagnate bene. Sono indicati soprattutto per gli arbusti, ai quali vanno forniti in marzo, in giugno e in ottobre, assicurando così il nutrimento per la ripresa primaverile, per irrobustire l’esemplare dopo la fase di crescita e per garantire in inverno un po’ di energia: i sempreverdi, come ligustri, aucube, edere, si concedono solo brevi pause di riposo invernale ma il loro processo metabolico rimane attivo.